regia di Ilaria Cristini
costumi: Brisa Fuentes Astudillo, Mascia Tofanelli
fonica: Massimo Morelli
oggetti di scena: Antonio La Valle
con Brisa Fuentes Astudillo, Giulia De Salvo, Antonio La Valle,
Marco Malevolti, Emanuela Masia, Silvia Moneti, Massimo Morelli,
Armando Polito, Veronica Rivolta, Maria Rosaria Santo, Federico Serafini, Trudy Scroppo, Mascia Tofanelli, Gabriele Zeetti
organizzazione Davide Grassi
produzione AttoDue in collaborazione con Laboratorionove Form
Cenerentola, la più famosa fiaba popolare, raccontata in chiave contemporanea.
Dimentichiamoci il fascino patinato dell’incanto della storia: i personaggi della favola sono figure ben concrete, attuali, una giostra di umanità giovanile che si delinea nella scompostezza dei gesti, nella goffaggine dei movimenti, nella sgraffiatura dei volti, a volte sfrontati e fintamente adulti.
Un teatrino di santa giovinezza che rivela le difficoltà e le inquietudini dell’adolescenza: i disagi del rapporto con la famiglia, con l’amore, con il branco, che spesso tampona le insicurezze del singolo, con i modelli di perfezione della nostra società.
Ci sono:
Una Grande Madre isterica che sfoga sulla figliastra la frustrazione di un marito che non c’è mai,
Due Sorellastre sguaiate alla ricerca di uno status sociale di èlite,
Un paio di Amiche svampite che tentano di stare al passo con il glamour,
Un Principe Bomber miope, che non si accorge minimamente di ciò che gli accade intorno,
Un gruppo di Ragazzotti di provincia ingenui e sgraziati,
Una specie di Fata Contemporanea,
Una Ragazza della Cenere, che freme per diventare grande.
La drammaticità degli eventi sfocia inevitabilmente nell’umorismo. Fanno commuovere le loro difficoltà ad affrontare la vita, la loro aggressività e insicurezza, la ricerca di un amore con la A maiuscola, come hanno visto nei film.
Ancora non sono in grado, o forse ancora non è il momento di affrontare davvero la realtà: vogliono continuare a sognare, e come nelle fiabe scelgono il lieto fine.